Tessuti Umbri
La produzione artigianale di san Valentino della collina

Territorio 17 giu 2019

La produzione di tessuti artigianali si diffuse in tutta l'Umbria a partire dal XII secolo.
I motivi geometrici, le figure umane o animali, come le frasi augurali presenti in queste lavorazioni, sono di chiara ispirazione medio-orientale, ma subirono grande influenza dalla Francia ed assunsero nel tempo forme diverse e tecniche di realizzazione molto varie.

A San Valentino della Collina, frazione del comune di Marsciano a sud di Perugia, questa antica tradizione è ancora viva e praticata, costituendo un motivo di eccellenza per il territorio e portando questo piccolo centro ad essere parte dell'itinerario regionale della “Strada del Tessile”.
In un laboratorio artigianale a carattere familiare, fondato nel 1800 e tutt'oggi attivo, vengono preparati manufatti nello stile tipico della zona, ed è possibile visitare, gratuitamente ma previo appuntamento, il Museo della Tessitura che si trova a fianco del laboratorio Sposini Tessuti Umbri.
Tra i prodotti d'eccellenza di questa secolare tradizione troviamo la famosa tovaglia perugina.

La tovaglia perugina

La sua origine risale al XIII secolo e viene tessuta con una tecnica chiamata a “occhio di pernice” oppure a lisca di pesce, in lino bianco decorato con motivi blu, colore ricavato dalla pianta del guado.
Il disegno originale era prevalentemente composto da particolari figure stilizzate che ricordano il movimento a onde dell'acqua e veniva chiamato dai perugini con l'appellativo di “belige”, per indicare l'andamento a bilancia che compivano i pedali dei telai durante la lavorazione.
Destinata ad uso sia sacro che profano, veniva utilizzata dai Crociati come bisaccia oppure nelle chiese del centro Italia per abbellire gli altari.
Dopo il Quattrocento, si diffuse anche tra i membri di una clientela raffinata, le famiglie nobili o ricche, divenendo simbolo di uno status sociale dominante e parte dei corredi, moltiplicando i suoi usi. Anche il repertorio delle figure si diversificò in maniera consistente, così, oltre a disegni geometrici o architettonici, troviamo elementi vegetali e figure zoomorfe molto varie, come grifoni, cervi, pavoni, lepri, falchi, leonesse, lupi, sirene o draghi, e tessuti insieme a fontane, tralci di vite o simboli araldici, spesso tratti dalla cosiddetta “età cortese”.
A testimonianza dell'importanza che queste lavorazioni assunsero in Italia ed Europa, vi sono diversi dipinti, dove si trovano riprodotti in modo immediatamente riconoscibile, come nella Cena del Cavaliere da Celano di Giotto (uno dei ventotto affreschi del ciclo delle Storie di San Francesco).

La tradizione riscoperta

Nel XVI secolo, questa attività andò in disuso e si continuò a praticare solo in alcuni conventi fino a che, nel 1906, si decise di riportare in vita la tradizione, riproponendola (con grande successo) all'interno dell'Esposizione nazionale delle “Industrie femminili italiane”.
E' grazie a questo impegno che possiamo oggi ammirare, e acquistare, questi capolavori d'arte tessile nelle sue diversificazioni in tutta la regione umbra.